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In tempi in cui le automobili si contavano sulla punta delle dita  e il mezzo di trasporto più comune era la bicicletta, la moto  divenne per i giovani di allora il mezzo più ambito per allargare i propri confini e le proprie conoscenze. Con questa sequenza di immagini si vuole dare testimonianza di quel periodo che culminò con la nascita del "Moto Club"

Natalino Bellei e il MI-VAL nel 1953

1953 - Il MI-VAL di Natalino Bellei davanti alla vecchia Canonica con Enzo Borghi,  Leo Tondelli e Piergiorgio Pecorari 

Natalino Bellei e il MI-VAL nel 2007.

La moto, tuttora perfettamente funzionante, è stata rimessa a nuovo utilizzando solamente parti di ricambio originali

Schieramento di moto pronte per l'esplorazione di nuovi siti. Moto Sanfaustinesi verso il Passo Sella
In questa foto si riconoscono Natalino Bellei (il 2°) e Vito Radighieri (il 4°)
 

Il Moto Club di San Faustino nacque ufficialmente nel 1955 dall'idea di alcuni dipendenti della "Ruggerini Motori". Per essere un Club e per poter partecipare a manifestazioni e raduni sportivi  si rese necessaria l'iscrizione allo CSI di Reggio Emilia. Il Moto Club Venne sponsorizzato dalla "Ruggerini Motori" da cui ricevette le tute con tanto di marchio e altro materiale consono all'attività motociclistica.

I PRIMI SOCI NEL PIAZZALE  DELLA "RUGGERINI MOTORI"

da sinistra: Attide Varini - Ferruccio Cadoppi  - ing. Giuliano Ruggerini - Ivreo Rossi  - Giuliano Grisendi - Augusto Baccarani - Vito Radighieri - Daniele Ferraboschi - Umberto Adani - Natalino Bellei da sinistra: Daniele Ferraboschi - Domenico Pecorari - Attide Varini - Ferruccio Cadoppi - Carlo Montorsi - Giuliano Grisendi - Umberto Adani - Augusto Baccarani - Vito Radighieri - Natalino Bellei - Ivreo Rossi

da sinistra: Daniele Ferraboschi - Ferruccio Cadoppi - Augusto Baccarani - Attide Varini - Umberto Adani - Vito Radighieri - Ivreo Rossi - Giuliano Grisendi - Natalino Bellei

Don Enzo Zambelli con i  motociclisti di San Faustino premiati con una delle tante coppe.

da sinistra: Daniele Ferraboschi - Borghi Cesare - Attide Varini - Ferruccio Cadoppi - Natalino Bellei - Augusto Baccarani - Ivreo Rossi - Giuliano Grisendi - Vito Radighieri

L'ing. Giuliano Ruggerini affiancato da Rinaldo Ruggerini e Franco Ferraboschi premiano il giovane Scalabrini vincitore di una gimkana motociclistica

Premiazione sportiva di un partecipante alla gimkana motociclistica

1957 - Numeroso gruppo in Gita a Borgoforte nei pressi del ponte sul Pò

Si riconoscono da sinistra:

Ettore Caffagni - Giuliano Grisendi - Denos Melli - Augusto Baccarani - Carlo Montorsi - Luciano Montanari - Ivo Montorsi - Natalino Bellei - Umberto Adani - Vito Radighieri e altri.

Carta stradale di Borgoforte sul Pò

Il ponte ferroviario sul Pò a Borgoforte

Nel 1956 al Passo delle Radici 

Passo delle Radici oggi

Luciano Montanari - Denos Melli - Natalino Bellei - Leo Tondelli - Ettore Caffagni - Ivreo Rossi.

Nel 1957 al Passo Falzarego

Al Passo Falzarego e al lago di Misurina

Vito Radighieri - Giuliano Grisendi - Augusto Baccarani - Natalino Bellei

I Tornanti del Passo Gardena Vito Radighieri - Giuliano Grisendi - Natalino Bellei - Augusto Baccarani - Umberto Adani Nel 1957 anche al Passo Gardena Il Sass Pordoi e il Passo

 

1957 - Angelo Radighieri - Natalino Bellei - Giuliano Grisendi - Vito Radighieri - Augusto Baccarani

E sempre più su verso il Passo Pordoi

"TANTO TUONO' CHE PIOVVE"

In uno dei tanti giri effettuati, e precisamente in quello dei passi montani, un gruppo di motociclistisi sanfaustinesi si fermò a pernottare in un campeggio posto in un avvallamento fra i monti nei pressi del Lago di Misurina. Dopo cena, montate le tende, si disposero per una buona dormita. Orbene quella notte, ed è proprio il caso di dirlo,"tanto tuonò, che piovve". All'improvviso si aprirono le cateratte del cielo e nel giro di pochi minuti venne giù tanta di quell'acqua da inondare completamente il campeggio. L'allagamento (si parla di un mezzo metro d'acqua in poco tempo) colse tutti di sorpresa, tanto da costringere i campeggiatori ad abbandonare in fretta e furia armi e bagagli e rifugiarsi, bagnati fino all'osso, nella hall del più vicino albergo. Provate ad immaginare le grosse difficoltà cui andarono incontro tutte quelle persone con i vestiti inzuppati. Per fortuna, con l'aiuto del personale dell'albergo, si riuscì a rappezzare la situazione alla belle meglio e, sistemati su giacigli di fortuna, ci scappò pure una dormitina, tanto che il giorno dopo fu possibile riprendere il viaggio e tornare a rombare su e giù per i monti. (Dai ricordi di chi quell'avventura l'ha vissuta).

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